Cinque impianti di depurazione
Il collettore Arica, raccoglie le acque reflue trattate dai cinque impianti di depurazione del comprensorio – Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello Vicentino e Lonigo – e gestiti dalle società di servizio idrico integrato dell’area: Acque del Chiampo SpA, Viacqua SpA e Medio Chiampo SpA.
Venti Comuni, due Consigli di Bacino
Complessivamente, i comuni serviti dalle condotte fognarie che confluiscono i reflui ai cinque depuratori sono 20. La potenzialità complessiva, da progetto, dell’intero sistema di depurazione è di oltre 2.200.000 abitanti equivalenti.
I Consigli di Bacino di riferimento – enti per la cooperazione tra i comuni per la programmazione e organizzazione del servizio idrico integrato – sono due, del Bacchiglione e della Valle del Chiampo.
Impianti depurazione | Ente Gestore | Comuni Serviti | Consiglio di Bacino |
Arzignano | Acque del Chiampo Spa | Crespadoro, Altissimo, S. Pietro Mussolino, Nogarole, Chiampo, Arzignano, Montorso (industriale) | Valle del Chiampo |
Montebello | Medio Chiampo Spa | Montebello, Gambellara, Zermeghedo, Montorso (civile) | Valle del Chiampo |
Trissino | Viacqua Spa | Recoaro, Valdagno, Cornedo, Castelgomberto, Brogliano, Trissino | Bacchiglione |
Montecchio | Acque del Chiampo Spa | Montecchio, Brendola | Valle del Chiampo |
Lonigo | Acque del Chiampo Spa | Lonigo, Sarego | Bacchiglione per Sarego
Valle del Chiampo per Lonigo |
A partire dagli anni 60 l’area ha conosciuto uno sviluppo industriale intenso, favorito anche dalla collocazione in una provincia, quella di Vicenza, che è tra i motori della manifattura italiana, e dalla contiguità con un’altra area forte, quella veronese.
Sviluppo intenso
La crisi economica degli ultimi anni ha frenato le dinamiche degli anni precedenti. Non ha però intaccato la forte vocazione manifatturiera e, per altro verso, nemmeno la necessità di agire a tutela dell’ambiente. Fra i temi più ricorrenti sono quelli delle emissioni nell’aria, dell’impatto del trasporto merci e della tutela delle acque.
Il sistema idrografico Togna-Fratta-Gorzone, sul quale insiste comprensorio Arica sottoposto da decenni a notevoli pressioni ambientali. Esso infatti in particolare per il fatto di ricevere le acque provenienti da un sistema dove l’industria conciaria è prevalente: la Valle del Chiampo.
Dalla concia al trattamento dei metalli
Quasi il 60% delle attività industriali allacciate sono aziende specializzate nel settore della concia. Sono aziende per lo più medio-piccole, che lavorano pelli bovine e vitelline per i settori calzaturiero, dell’arredo, dell’abbigliamento e dell’auto. Più del 90% delle aziende conciarie presenti nel comprensorio di Arica sono dislocate nella vallata del Chiampo. Altre fonti di pressione sono le tessili, orafe, chimiche e del trattamento dei metalli.
Le attività industriali allacciate ai cinque depuratori del comprensorio – Trissino, Montecchio, Lonigo, Arzignano e Montebello – sono centinaia.
Un quadro di riferimento condiviso
Nato per migliorare la qualità delle acque attraverso nuove tecnologie nella depurazione e nel trattamento fanghi del distretto conciario vicentino, l’APQ è stato oggetto di successive estensioni e integrazioni, sino a coprire tutti gli aspetti della tutela dai reflui nell’intero comprensorio.
I maggior tempi di implementazione – conseguenti a oggettive complessità tecniche e amministrative, e alla necessità di finanziamenti pubblici per una parte consistente degli investimenti – non intaccano la qualità delle iniziative intraprese e del quadro di riferimento complessivo. L’Accordo in questione è infatti fra i pochi esempi in Italia di programmi di tutela ambientale di ampio respiro.
Percorso a medio e lungo termine
L’Accordo si basa su programmi che tracciano un percorso a medio e lungo termine che privilegia la rimozione delle cause dei problemi. Condiviso dai soggetti nel territorio, chiama tutti gli attori ad azioni specifiche: l’industria, all’adozione di nuove e più pulite tecnologie produttive; i gestori dei servizi idrici, all’ammodernamento degli impianti; Arica all’ulteriore sviluppo del Collettore; le Amministrazioni Regionale e Locale, a prassi sempre più efficaci di stimolo e controllo.
Inizialmente erano stati previsti interventi per circa 90 milioni di euro. Nel tempo si sono venuti a sviluppare interventi per 85,4 milioni, finanziati dal Ministero dell’Ambiente per 7,9 milioni, per più di 34,7 dalla Regione e per più di 42,7 dai Gestori dei servizi idrici e degli impianti ad essi correlati. Tempi di attuazione hanno poi portato, a partire dal 2008, ad ulteriori accordi integrativi.
L’ultima integrazione è l’Accordo Novativo del giugno 2017, su iniziativa del Ministero dell’Ambiente. Volto anche a includere la problematica degli PFAS, ha ribadito l’impegno su tutti i fronti aperti dall’Accordo di Programma: dalla spinta ai composti meno inquinanti e alla riduzione delle immissioni nell’industria, sino agli interventi per la protezione delle acque potabili e la corretta movimentazione delle acque reflue di superficie. Quindi anche a disporre lo sblocco di fondi già stanziati. Come i 13 milioni destinati a taluni progetti già presentati e approvati, fra i quali è anche quello della prima tratta del prolungamento del Collettore Arica a valle dell’abitato di Cologna Veneta.
La tutela del bacino idrico del Fratta-Gorzone rientra oramai tra gli obiettivi strategici delle politiche ambientali nazionali e territoriali.